Cosa si intende per danno estetico

Il danno estetico causato da un errore medico è riferibile ad un peggioramento della condizione fisica in seguito a un intervento di chirurgia estetica o plastica. Si pensi a un intervento sbagliato sul viso! Il paziente vittima di malasanità dovrà convivere con le conseguenze dell’errore ogni volta che si guarderà allo specchio e tutte le volte che si dovrà rapportare con altre persone. In questo caso, il danno psicologico che ne consegue è addirittura superiore al danno fisico.

I danni di natura estetica possono essere molteplici. Sono frutto di interventi mal riusciti al viso, oppure al seno o ancora all’addome. La liposuzione inoltre non è priva di possibili esiti dannosi.

Spesso i pazienti dimenticano una cosa prima di rivolgersi al chirurgo plastico. Non esiste taglio senza cicatrice. Il paziente che intraprende questa strada deve essere consapevole che, in ogni caso, delle cicatrici ci saranno comunque. Il più delle volte le cicatrici dipendono dalla capacità del nostro corpo di guarire i tessuti lesi. Questo significa che, anche un intervento fatto a regola d’arte, può lasciare delle cicatrici “brutte” se la pelle del paziente tende a formare cheloidi.

Certo è che fin troppo spesso gli esiti degli interventi di chirurgia plastica non portano i risultati sperati o “promessi” dagli stessi chirurghi che operano. A dirla tutta, troppo spesso purtroppo, in medicina estetica vediamo calpestati gli articoli 8 e 12 della Carta dei diritti del malato. Questo significa che in molti studi non vengono rispettati gli standard di qualità e non vengono offerti trattamenti personalizzati in un settore in cui invece la personalizzazione dovrebbe essere assoluta.

danno estetico

Danno estetico: risarcimento patrimoniale

Il danno patrimoniale è suddiviso in danno emergente e danno da lucro cessante.

Nel nostro caso, il danno emergente si riferisce alla diminuzione del patrimonio causata dall’errore medico. Essa comprende anche le spese che il paziente danneggiato deve sostenere per rimediare all’errore subito. Quindi, chiunque abbia subito un danno estetico e deve affrontare altri interventi per riparare il danno, avrà diritto al rimborso non solo delle spese del primo intervento ma anche a quelle per gli interventi successivi.

Il danno da lucro cessante in ambito estetico è più difficile da dimostrare, proprio per la natura particolare del danno. Facciamo un esempio, se una modella subisce un danno estetico come una grossa cicatrice e per colpa della cicatrice perde un contratto di lavoro, la modella avrà diritto al rimborso della somma persa. Se una persona non lavora con la propria immagine sarà ovviamente difficile se non impossibile perdere un lavoro per un danno estetico. Inutile dire che nessun danno equivale a nessun risarcimento.

Danno estetico: risarcimento non patrimoniale

Il danno non patrimoniale include il danno biologico, il danno morale e quello esistenziale.

In buona sostanza stiamo parlando dell’invalidità fisica e psichica, la sofferenza interiore e il peggioramento della qualità della vita di una persona. In ambito estetico riteniamo che il più delle volte il danno psichico e la sofferenza interiore siano maggiori rispetto al danno fisico.

Per essere onesti è anche il danno più difficile da dimostrare e quindi il più difficile da far risarcire. Mentre un danno fisico è oggettivo e dimostrabile attraverso indagini strumentali o fotografie, il danno interiore è soggettivo, quindi suscettibile di valutazioni anch’esse soggettive.

Calcolo danno estetico secondo la tabella del Ministero della Salute

Ora che abbiamo capito quali danni medici sono risarcibili, vediamo insieme come si calcola un danno estetico.

Innanzitutto bisogna sapere che per valutare un danno estetico permanente si deve attendere la completa guarigione della parte danneggiata. Per avere un’idea, di solito una cicatrice impiega circa un anno prima di potersi considerare definitiva.
Fatta questa doverosa premessa, torniamo al calcolo secondo le direttive del Ministero della Salute.

Nella tabella emessa nel 2003 il punteggio per i danni estetici varia da 1 a 9 punti. A nostro avviso la tabella dovrebbe essere aggiornata e in fretta! Il primo punto critico è il tempo, la tabella risale a quasi vent’anni fa… Il secondo punto critico è il punteggio. I danni tra 1 e 9 punti sono considerati di lieve entità. Ora, vorremmo sapere, come certi esiti dannosi e deturpanti possano essere considerati lievi… Inoltre, per non farci mancare nulla, la tabella del Ministero della Salute non prende in considerazione né la localizzazione della lesione, né l’attività lavorativa né tanto meno l’età!

Per sopperire a queste evidenti mancanze, i medici-legali valutano i danni estetici sulla base di altre indicazioni. La proposta più usata è quella definita “Calcagni-Ronco”. Essa tiene conto di cinque diversi parametri oggettivi per ottenere un punteggio di danno biologico.

Si tratta di una tabella molto tecnica che assomiglia più a un puzzle che a un aiuto. Vogliamo per questo fare un paio di esempi, così da aiutarvi a farvi un’idea.

Calcolo del danno secondo “Calcagni-Ronco”

Esempio 1

Una donna di 30 anni si è rivolta ad un medico per rimuovere delle macchie dal viso. Il medico è intervenuto con il laser e ha causato una cicatrice non profonda di 3 centimetri. La cicatrice causa alla donna un lieve imbarazzo nel rapportarsi con gli altri.

Il punteggio in questo caso è 0 + 0 + 3 + 2 + 0 = 5.

Per essere precisi, i 3 punti vengono attribuiti per la collocazione della cicatrice (viso) mentre i 2 punti per l’età. Alcun punto verrà assegnato in questo specifico caso alla dimensione (perché inferiore a 6 centimetri) e perché non è profonda (non è sottocutanea). Alcun punto verrà assegnato al rapporto interpersonale, ovvero la cicatrice provoca alla donna un “lieve” imbarazzo nel rapportarsi con gli altri. Per essere “degno” di ottenere un punteggio, il rapporto con gli altri a seguito della cicatrice dovrebbe essere “disturbato”, oppure “mantenuto a fatica” o ancora “non possibile”.

Esempio 2

Una donna di 55 anni si è rivolta a un chirurgo plastico per eliminare una pancia considerata “globosa” quindi sporgente. Trattasi di un inestetismo molto frequente tra le donne di qualsiasi età. L’intervento non è riuscito e oltre ad avere ancora la pancia, la donna ha anche una vistosa cicatrice di oltre 20 centimetri e dolore perché il medico le ha lesionato il muscolo. Il danno impedisce alla donna di farsi vedere scoperta in piscina e al mare, oltre a provare fortissimo imbarazzo con il proprio marito.

In questo caso il punteggio sarà 3 + 2 + 0 – 2 + 2 = 5.

I 3 punti vengono dati perché la cicatrice misura più di 20 centimetri. I 2 punti perché la lesione è anche a livello muscolare. Zero punti invece per la collocazione della cicatrice. Vengono addirittura tolti 2 punti perché la donna ha più di 50 anni! Altri 2 punti vengono dati perché il rapporto interpersonale è da considerarsi “mantenuto a fatica”.

Non solo danno estetico

Inutile dire che non condividiamo in alcun modo i parametri utilizzati per il calcolo dei danni estetici. Ribadiamo però che facciamo tutto quello che è possibile per far riconoscere tutti i danni che possono essere sommati al di fuori di questi parametri.

Sappiamo bene che una cicatrice, un viso deturpato o un seno deformato possono cambiare radicalmente il rapporto che una persona ha con il mondo che la circonda. Siamo esseri umani, non oggetti. Abbiamo sentimenti, non siamo inquadrabili in tabelle. Auspichiamo che presto il Ministero della Salute aggiorni le tabelle utilizzando criteri attuali.

numero verde risarcimento malasanita