Risarcimento danni per negligenza medica: quando è possibile inoltrare richiesta
Si può richiedere il risarcimento di un danno per negligenza medica tutte le volte in cui ci si trova davanti a un danno medico risarcibile.
Sappiamo bene che là fuori è una giungla. Purtroppo molti avvocati fanno richiesta di risarcimento alle strutture sanitarie basandosi unicamente sul racconto del paziente. Senza neppure consultare un medico-legale! Il risultato è che le richieste che arrivano alle ASL sono spropositate oltre che spesso prive di fondamento. Si crea così un collo di bottiglia che gli uffici dedicati alla gestione sinistri non riescono a gestire. Come risultato i tempi si allungano all’infinito e gli esiti sono il più delle volte nulli o deludenti.
Malasanita360 agisce quando c’è davvero un errore medico. Crediamo fermamente che un atto di malasanità che ha provocato un danno vada risarcito. Ma il fatto va analizzato e dimostrato. Mandare una semplice lettera con cui si chiedono dei soldi non basta. Anzi, può risultare controproducente. Un sinistro aperto e poi chiuso perché infondato è quasi impossibile da riaprire. Ci siamo riusciti in alcuni casi, ma non è stata una passeggiata. Le strutture sanitarie tendono a chiudersi a riccio. Bisogna scalare le montagne per riuscire a far cambiare loro idea sulla fondatezza della richiesta di un risarcimento.
Partire dunque con il piede giusto, ovvero con una perizia stilata da un medico-legale e uno specialista è fondamentale. Conoscere le controparti e sapere in anticipo come si muovono è altrettanto importante. La sinergia creata tra i professionisti è il più delle volte garanzia per il buon esito della pratica.
Quali sono i danni causati dalla negligenza medica
La negligenza medica è una vera piaga del nostro sistema sanitario. Parte della colpa è certo da attribuire ai dannosi tagli alla sanità fatti negli anni. Ci sono migliaia di professionisti che fanno del loro meglio con quello che hanno. Medici che salvano vite e guariscono pazienti anche in condizioni difficili. Ma purtroppo non è sempre così. In molti casi la negligenza medica si concretizza nella poca attenzione verso il paziente. E ancora, in una visita superficiale. Oppure nel non prescrivere esami approfonditi. Per non parlare poi della mancata professionalità ed esperienza.
Quando va bene i danni sono minimi e non impattano sulla qualità di vita della persona in cura. Quando va male, il paziente può subire un danno che lo accompagnerà per sempre. Nei casi estremi, il danno provocato coincide con il decesso.
I danni più frequenti si verificano in ambito ortopedico e in quello della chirurgia addominale. Impianto di protesi di dimensioni sbagliate e interventi non necessari o demolitivi cambiano la vita del paziente e della sua famiglia. Per fare un esempio concreto, di recente Malasanita360 ha fatto risarcire un paziente al quale i medici hanno lesionato la via biliare durante un intervento alla colecisti. La sua vita è cambiata radicalmente. Da persona sempre in movimento è stato costretto a lunghi periodi a letto. E non tornerà mai più come prima.
I danni più gravi riguardano gli errori compiuti durante gli interventi neurochirurgici, cardiologici e neonatali. Altrettanto gravi sono le sequele di un intervento sbagliato agli occhi, alla colonna vertebrale o all’apparato riproduttivo. Vogliamo poi parlare di un tumore non diagnosticato per tempo che diventa quindi incurabile? Come si ripara un errore simile?
Va detto però che quando si lede il diritto del paziente non esistono errori “piccoli”. Ogni errore ha infatti un peso importante!
Chi deve pagare in caso di negligenza medica
In caso di negligenza medica a dover pagare è l’assicurazione della struttura in cui si è verificato il fatto. Se a sbagliare è un medico privato, che quindi non lavora per una ASL, pagherà l’assicurazione del medico. Ci sono casi in cui le strutture preferiscono non stipulare polizze con le compagnie assicurative. Una scelta che può essere determinata da diversi fattori. Tuttavia, anche in questi casi, non può essere il paziente a rimetterci. Se l’ASL non ha un’assicurazione è obbligata, per legge, a creare un fondo per risarcire le vittime di errori medici. Esistono anche situazioni miste, ovvero una parte la paga l’assicurazione, l’altra parte la struttura.
In un secondo momento la struttura può rivalersi sull’assicurazione del medico che ha sbagliato. Ma questo non è un dato che riguarda il paziente.
L’esborso economico ha, di norma, una duplice funzione. Da un lato offre un aiuto a chi, subendo un errore medico, deve fare i conti con una vita cambiata in peggio. Dall’altro, serve da monito per la struttura e il medico che ha sbagliato per fare in modo che quel tipo di errore non si ripeta più.
Tempistica entro cui chiedere il risarcimento
Abbiamo affrontato l’argomento dei tempi di prescrizione in caso di errore medico in un articolo che vi invitiamo a leggere. Volendo fare un riassunto, il paziente può chiedere il risarcimento entro 5 anni se a commettere l’errore è stato un medico privato ed entro 10 anni se a sbagliare è stato un medico dipendente di un ospedale o di una clinica.
In caso di morte invece, il danno andrebbe chiesto dagli eredi sempre e comunque entro 5 anni dall’evento. Malasanita360 è pronta a darvi maggiori informazioni al riguardo per cui non esitate a contattarci.
Come evitare la prescrizione
La prescrizione è il “tempo utile” per far valere un diritto. Qualsiasi diritto si estingue se non viene esercitato entro il periodo di tempo sopra descritto, ovvero 5 o 10 anni, a seconda del caso. La legge ci insegna che non basta avere un diritto, ma è necessario anche esercitarlo nei tempi stabiliti. Questo fatto è tassativo. Scaduto il tempo utile, il diritto si prescrive. Questo significa che si perde in modo definitivo e nessuno, neppure un giudice, potrà più farlo valere.
La prescrizione si evita esercitando il diritto. In concreto significa che nel momento in cui il paziente richiede il risarcimento del danno si interrompe la prescrizione. Se hai necessità di sapere come fare, siamo a tua disposizione.