vittime collaterali del covid19

Vittime collaterali del Covid-19

In punta di piedi

Il nuovo Coronavirus, conosciuto anche come Covid-19 o 2019-nCoV, ha cambiato le nostre vite.

Un giorno abbiamo visto in tv che in Cina stava accadendo “qualcosa di strano”. Lo schermo ci proponeva l’immagine di tanti volti coperti da mascherine. Abbiamo avuto notizia che gli ospedali cinesi erano già pieni zeppi di malati. Con la massima urgenza si stavano costruendo altre strutture. Non ce ne siamo preoccupati. Del resto la SARS di alcuni anni prima non ci aveva toccati più di quel tanto. In fondo c’erano stati “solo” 8000 contagi nel mondo e meno di 800 vittime. Abbiamo quindi pensato che tutto sarebbe finito in una bolla di sapone. Problemi dei cinesi, noi siamo al sicuro.

Al sicuro

Poi abbiamo visto che la situazione in Cina peggiorava. Una città di milioni di abitanti blindata!

Ma noi eravamo al sicuro, no?!

Per l’OMS non c’era alcun pericolo. Il nostro Istituto Superiore di Sanità ci rassicurava. Fior fiore di virologi declassavano il nuovo virus a una semplice influenza. I politici minimizzavano.

Finché non ci siamo svegliati un giorno nel pieno di una pandemia globale!

Uno tsunami che ha colpito più di 4 milioni di abitanti della Terra. Un maledetto virus che ha ucciso oltre 300 mila persone! Numeri ufficiali ma… veri?.

Solo in Italia i numeri sono agghiaccianti. Più di 200 mila contagi e più di 30 mila morti. Anche in questo caso, ci preme sottolinearlo, si tratta dei numeri “ufficiali” che ci hanno dato in pasto. Per essere ancora più chiari, si tratta dei dati confermati da quegli stessi tamponi che tutti hanno definito insufficienti! Quindi, a questo punto, ci piacerebbe proprio sapere: quali sono i numeri reali?

Domande

Le famiglie che hanno perso un loro caro hanno il diritto di sapere il perché lo hanno perso. I figli che hanno chiesto aiuto mentre loro padre non riusciva più a respirare hanno il sacrosanto diritto di sapere il perché il 118 non è mai arrivato. Il perché non c’era posto in terapia intensiva. Il perché l’unica cura era: “gli dia la tachipirina”.

Abbiamo visto medici piangere di fronte al carico impressionante di lavoro. Infermieri segnati dalla fatica. E ancora, abbiamo sentito le testimonianze di chi ha dovuto scegliere chi curare e chi… no. Per chi se lo fosse perso, può leggere un articolo sulla gestione dell’emergenza Covid.

Abbiamo atteso con il cuore in gola il numero delle vittime, ogni giorno alle 18:00. Una strage. Sono caduti sul campo di battaglia anche molti medici, infermieri e operatori sanitari.

Troppi morti.

Il virus non fa distinzione. Lui fa ammalare. Lui uccide.

Le vittime collaterali del Covid-19

In questa fase non dobbiamo fare polemica e pregare che l’emergenza finisca il prima possibile.

Grido di allarme

Ma vogliamo lanciare un grido di allarme per le vittime “collaterali” del Covid-19. Sa bene di cosa stiamo parlando chi in questo periodo ha avuto un problema di salute di altra natura. A causa dell’emergenza sono saltati esami, visite specialistiche, interventi considerati “non urgenti”. E così, abbiamo ascoltato in prima persona la voce straziata di chi ha perso la vista per sempre perché il suo intervento “non era urgente”. Abbiamo ascoltato il pianto di una moglie che ha visto spegnersi il marito perché nonostante i chiari sintomi di un infarto l’ambulanza è arrivata dopo ben più di un’ora! Abbiamo saputo da una nostra amica che sua madre è rimasta chiusa in casa, accanto al marito deceduto, per ben tre giorni, prima che arrivasse l’ASL.

Le vittime collaterali del coronavirus sono tante. Troppe. Sono tutte quelle che non sono state curate o che non potranno ricevere le cure più adatte perché quando verrà finalmente emessa la diagnosi sarà troppo tardi.

La Società Italiana di Cardiologia lancia un allarme che non deve restare inascoltato. “Triplicati gli infarti da inizio epidemia: Si rischiano più morti che per il Covid” recita il titolo di un articolo pubblicato sulla Repubblica. Lo studio condotto in 54 ospedali evidenzia come il boom di decessi per infarti sia legato al “mancato trattamento o a un trattamento tardivo“.

La nostra parte

Facciamo tutti la nostra parte affinché il virus non riprenda a circolare con vigore. Comportamenti non responsabili generano conseguenze fatali. Non bisogna allentare l’attenzione, anche se i numeri dei contagi diminuisce. Ora sappiamo più di prima come impedire la diffusione del virus: mani ben pulite, mascherine, distanza sociale, isolamento ai primi sintomi. Non abbiamo più scuse. Se chi gestisce l’emergenza non ha fatto sempre la cosa giusta al momento giusto, noi saremo più bravi!

Dobbiamo preoccuparci non solo della nostra salute, ma anche di quella dei nostri concittadini. Solo così potremo permettere la ripresa delle cure ordinarie. Gli esperti affermano: “Se la rete cardiologica non sarà ripristinata, ora che è passata questa prima fase di emergenza, avremo più morti per infarto che di Covid-19”.

E temiamo che lo stesso valga per tutte le altre branche della medicina. Pensiamo a un tumore non diagnosticato in tempo oppure a un intervento chirurgico vitale rimandato a data da destinarsi. Che dire poi di una gravidanza non seguita con la dovuta attenzione?

Facciamo la nostra parte, tutti. “Vertici” compresi.

Le istituzioni facciano in fretta a destinare i fondi per la ripresa delle cure ordinarie. In caso contrario, le vittime collaterali del Covid-19 supereranno di gran lunga i numeri da brivido diffusi in questi ultimi mesi. Noi cerchiamo di non ammalarci, per il nostro bene e per il bene di chi ha bisogno di cure non legate al coronavirus.

A mani nude

Per concludere, Malasanita360 non può che lottare per la più giusta… giustizia. Viviamo in un paese in cui ciascuno di noi può esprimere il proprio pensiero. Non ci tiriamo indietro e ci vogliamo schierare. Siamo dalla parte di chi avrebbe dovuto essere avvertito che stava per accadere qualcosa di molto grave. Dalla parte di chi aveva il diritto di sapere che la mascherina era utile, non solo a proteggere ma anche a non diffondere il virus. Vogliamo schierarci con migliaia di medici, infermieri e operatori del 118 costretti a lavorare senza i più idonei dispositivi di protezione. Secondo il nostro parere, uno Stato “avanzato” come il nostro non può trovarsi a combattere a mani nude. Letteralmente.

Eravamo senza scorte! Senza mascherine, senza guanti… niente di niente. E siccome non c’erano, allora “non servivano”. Così il contaggio è aumentato a dismisura.

La giustizia deve fare il suo corso. Per davvero stavolta. E se qualcuno ha sbagliato, che paghi. A tutti i livelli. Senza sconti.