Risarcimento danni per errato intervento chirurgico
Malasanità360 ha seguito con successo il caso di un paziente di 69 anni, sottoposto due anni prima a un intervento di colecistectomia laparoscopica per colecistite cronica calcolosa.
La trattativa è stata portata avanti in via stragiudiziale, cioè senza la necessità di ricorrere ad un tribunale!
Il racconto del paziente:
“Dopo essermi sottoposto ad alcuni esami, i medici leggono i referti e mi consigliano di procedere all’asportazione della cistifellea.
Da qui comincia il mio calvario.
Mi informano che un intervento di questo tipo doveva durare circa un’ora e mezza. Ebbene, io sono entrato in sala operatoria alle 7:00 del mattino e mi sono svegliato in sala di rianimazione dopo le 16:00, ben nove ore dopo!
«Cos’è successo? » mi sono chiesto io.
La risposta dei medici è stata: «un piccolo inconveniente! »
Non è stato un piccolo inconveniente. A dire il vero per me è stato un errore che mi ha cambiato la vita!”
I fatti:
L’intervento è avvenuto in un ospedale del Trentino Alto Adige. L’equipe medica che ha operato il paziente ha commesso un errore grossolano. Per il mancato riconoscimento ed identificazione degli elementi, si è verificata un’importante lesione della via biliare principale.
Tale erronea condotta è sfociata in gravi complicanze e ha dato origine ad un travagliato iter clinico patito dal paziente.
L’errore medico in questione ha portato alla necessità di molti ricoveri ospedalieri con esecuzione di diverse procedure strumentali invasive a scopo diagnostico e terapeutico. Il percorso post operatorio si è rivelato ancor più complicato. C’era l’urgenza di intervenire al più presto per via laparotomica, con necessità di ulteriori controlli clinici e strumentali.
In particolare, il paziente oggi lamenta molti postumi derivanti dall’errore medico. Per esempio: episodi di nausea, dolori addominali, inappetenza, stanchezza e problemi digestivi.
Il risarcimento:
Il caso si è concluso in via stragiudiziale, con un risarcimento pari a 225.000 euro a favore del nostro assistito.
Nota bene: per motivi di privacy è stato omesso ogni dettaglio che potrebbe portare all’identificazione del paziente e/o della struttura in cui si sono svolti i fatti. (Regolamento Ue 2016/679 – GDPR)