Medicina difensiva: definizione e tipologie
La medicina difensiva riguarda tutte le azioni compiute da un medico non per curare il paziente ma piuttosto per evitare contenziosi legali in futuro.
Certo, l’errore umano è dietro l’angolo in tutti gli ambiti, anche in quello medico. Va detto però che il professionista che agisce per il bene del paziente difficilmente sbaglia così tanto da procuragli un danno grave.
Il problema è che negli ultimi anni si è perso di vista l’essenza stessa della medicina: essere al servizio delle persone.
Trattare le persone con la dovuta umanità e cura è ormai utopia in molte realtà. Gli ospedali non sono più “luoghi di cura per gli ammalati”. Ora sono ASL, ovvero aziende. I pazienti sono diventati di conseguenza fatturato. Ovvero numeri. In molti casi non si guarda più al bene della persona ma al servizio offerto per poi farsi rimborsare dallo Stato. I continui tagli alla sanità, gli sprechi e gli orari disumani a cui sono costretti i medici hanno causato una sanità zoppa. Come fa un sistema sanitario a curare i pazienti malati se lui per primo è malato?
La risposta è una sola e l’abbiamo davanti agli occhi in tutti i casi di malasanità che incontriamo. Come conseguenza diretta i danni causati da errori medici sono aumentati in misura considerevole. E così le richieste di risarcimento. Tutto previsto e prevedibile.
In questo clima trova terreno fertile la medicina difensiva, è naturale. Si suddivide in due tipologie: positiva e negativa. Vediamo insieme nel dettaglio di cosa si tratta.
Medicina difensiva positiva
Partiamo dal presupposto che per noi la medicina difensiva non può essere in alcun caso positiva. Ne è prova lo spreco di risorse e tempo che valgono circa il 10% della spesa sanitaria, ovvero 10 miliardi di euro.
Ma al di là del nostro parere, parliamo di medicina difensiva positiva quando il medico prescrive troppi esami, visite o farmaci. E qui torniamo al punto di partenza. Se il medico prescrivesse ulteriori accertamenti per trovare il vero problema che affligge il paziente al fine di curarlo, sarebbe meraviglioso. Invece no. Vengono prescritti accertamenti inutili solo per evitare che un domani gli si possa far causa. Se una TAC non serve, prescriverla è uno spreco che comporta inutili prenotazioni e costi per il SSN oltre a possibili danni per radiazioni di tipo X per il paziente.
Sarebbe bello se la medicina difensiva positiva cambiasse significato e fosse tutta rivolta al paziente. Sono stati ottenuti risultati brillanti dedicando maggior tempo all’anamnesi e alla condivisione con il paziente delle informazioni sulle possibili cure da adottare. Raccogliere quante più informazioni sulla storia clinica del paziente e scegliere insieme a lui la strada da seguire è di per sé l’arma di difesa migliore contro eventuali contenziosi. Il medico riuscirebbe a inquadrare meglio il problema e il paziente acquisterebbe maggior fiducia nel professionista, sentendosi coinvolto nel processo di guarigione.
La realtà è invece troppo spesso un’altra. Visite frettolose, poca attenzione al racconto del paziente e zero spiegazioni per quanto attiene le cure da seguire. Il risultato è un paziente che si sente smarrito, sfiduciato e magari non segue la cura in modo corretto.
Medicina difensiva negativa
Parliamo ora di quanto di più brutto e spregevole ci possa essere. In questo caso il giuramento di Ippocrate viene del tutto calpestato. Si parla infatti di medicina difensiva negativa quando un sanitario rifiuta le cure a un paziente perché problematico o ad alto rischio.
Se un medico, non sentendosi all’altezza della situazione, indirizzasse il paziente ad un collega specializzato in quella precisa patologia, avrebbe tutto il rispetto dovuto a chi mette il bene del prossimo davanti al proprio orgoglio. Tanto di cappello. Invece no. Il medico, perfettamente in grado di gestire il caso clinico, rifiuta di prestare le sue cure al paziente perché la percentuale di insuccesso è elevata. Ancora una volta il paziente è un numero. Una percentuale. Pura statistica.
Non sarebbe più corretto, ancora una volta, illustrare con onestà rischi e benefici? Il paziente è una persona in grado di scegliere se affidarsi o meno a chi ha di fronte. Negargli la possibilità di guarire è disumano.
Il risultato di questa pratica è che proprio chi avrebbe maggior bisogno di cure ed interventi specialistici finisce per non ottenere quanto un paese sviluppato dovrebbe offrire.
Le conseguenze della medicina difensiva
Praticando la medicina difensiva si tolgono risorse importanti ai pazienti che hanno maggior bisogno di cure. La coperta è sempre troppo corta e se la tiriamo per coprire la testa lasciamo scoperti i piedi. Una risonanza magnetica fatta inutilmente a un paziente comporta per forza di cose una mancata indagine diagnostica per un altro paziente. Le risorse sono poche, vanno indirizzate laddove c’è davvero bisogno. Le aziende ASL prediligono determinati servizi perché più remunerativi. Si dovrebbe tornare agli ospedali come luoghi di cura anziché come luoghi di fatturato. Tutti gli sprechi allungano ancor più le già lunghe liste di attesa e riducono le cure ai più fragili.
Diritto alla salute ed errore medico
Il diritto alla salute è uno dei diritti inviolabili, riconosciuto e garantito dalla nostra Costituzione. La consapevolezza di tale diritto mette a fuoco che negli ultimi anni gli errori medici sono aumentati. A noi sembra un controsenso. La medicina fa ogni giorno passi da gigante quindi la percentuale di errori dovrebbe diminuire, non aumentare. Eppure la realtà è contraria.
Il diritto alla salute è un tema più che mai attuale. In questo periodo di pandemia, oltre ai casi di Covid-19, vengono curati solo i casi considerati urgenti. E tutti gli altri, che sono la maggioranza, che fine fanno? Se nessuno ne parla non significa che il problema non esiste. Ne abbiamo parlato in un articolo dedicato alle vittime collaterali del Covid-19. Già nel 2020 i cardiologi di tutta Italia lanciavano un grido di allarme. Gli infarti erano triplicati da inizio epidemia.
Chi pensa ai malati oncologici, ai cardiopatici, ai pazienti che necessitano di un intervento di colecisti o una protesi? E poi le TAC, le RMN, le RX, le ecografie e le biopsie che fine hanno fatto? In quale angolo sono stati relegati i malati che hanno bisogno di una diagnosi precoce?
Diagnosi tardive corrispondono a una minor percentuale di successo delle cure. A volte arrivare tardi significa non arrivare in tempo. Non arrivare affatto. Presto avremo anche una giornata nazionale dei “non-curati causa Covid”?
Come possiamo definire quello che sta accadendo?
Si tratta di errori medici oppure la pandemia giustifica ogni cosa?! Facciamo finta di niente o capiamo che il diritto alla salute è davvero un diritto fondamentale?
Responsabilità professionale e medicina difensiva: la tutela del paziente
Malasanità360 ha come obiettivo quello di aiutare concretamente chi ha subìto un danno derivante da errore medico.
Siamo pronti a tutelare il paziente sin dalle prime fasi. I nostri specialisti prendono a cuore ogni singolo caso. Tutti noi siamo persone, non numeri.
I nostri medici-legali si occupano di responsabilità professionale da oltre vent’anni, seguendo nel tempo centinaia di casi. Vediamo ogni giorno con i nostri occhi quanti danni fa la medicina difensiva. Abbiamo fin troppe volte ascoltato le parole di chi si trova costretto a convivere con errori e carenze di cui non ha alcuna colpa.
Raccontaci la tua storia e vediamo insieme come poterti aiutare. Nessun anticipo sarà dovuto. Lavoreremo gratis per te fino a risarcimento avvenuto. Corrisponderai il nostro compenso SOLO se otterrai un risarcimento.